Il Regaleco, “mostro degli abissi”

Il Regaleco , chiamato anche pesce remo o re di aringhe, è il pesce osseo più lungo al mondo. Dovrebbe essere anche molto conosciuto, invece è una delle creature più misteriose e meno studiate degli oceani, soprattutto perché vive a profondità abissali ed è estremamente raro trovare esemplari vivi a quote più accessibili. Il pesce vive solitamente a profondità comprese tra 200 e mille metri.

Nell’ottobre 2013 è stato catturato un esemplare lungo 5,50 metri al largo dell’isola Catalina, in California. L’esemplare era morto ma ancora ben conservato.

Secondo i più recenti studi sui dati scientifici disponibili nella letteratura mondiale, i ricercatori ritengono che questo pesce possa raggiungere al massimo gli 8 metri di lunghezza.  Il regaleco è alla base di tutte le storie e le leggende sull’esistenza di enormi serpenti di mare, ma è del tutto innocuo per l’uomo.

Dalla metà del Settecento a oggi sono circa 500 gli avvistamenti registrati di questo pesce misterioso ed elusivo.

Pietre…sapevate che si muovono da sole?

Ebbene sì…le pietre si muovono da sole. Si tratta di un particolare fenomeno biologico che accade solo nella Death Valley californiana. In particolare succede solo nel letto prosciugato di un lago nella Racetrack Playa, ed è un fenomeno assolutamente naturale.

Vista della Racetrack Playa

Ma come si svolge? Lo spostamento delle pietre può durare per tre o quattro anni ed accade ogni due o tre anni. Percorrono distanze variabili, da pochi metri a più di 10. Fino a pochi anni fa non si sapeva la ragione dello spostamento delle pietre, fino a che nel 2014 è stato scoperto che le pietre scivolano sul ghiaccio spinte dal  vento.

Le pietre con la superficie ruvida percorrono tratti rettilinei, mentre quelle con la superficie liscia percorrono anche tratti deviati. A volte si girano toccando il terreno con un’altra faccia. Nel 1968 due studiosi hanno monitorato 30 pietre per 8 anni. Alla fine dello studio hanno rilevato che 28 delle 30 pietre monitorate, di dimensioni e peso differenti, si erano mosse lungo il percorso iniziato già prima degli 8 anni di monitoraggio. Inoltre hanno evidenziato che la pietra più piccola monitorata, chiamata Nancy o pietra H, ha percorso una distanza complessiva di 262 metri.

Secondo uno studio del 1995 è stato dimostrato che la causa dell’inizio del moto delle pietre è il vento che spira fino a 145 km/h durante le tempeste invernali. Poi il moto si mantiene grazie a venti più moderati; infatti, secondo le leggi della fisica, per mantenere il moto già avviato c’è bisogno della metà della forza che serve per farlo iniziare.

Tuttavia lo studio svolto nel 2014 afferma che il moto non è causato dai forti venti ma dai venti deboli che spostano sottili lastre di ghiaccio in fusione fluttuanti sul fango insieme alle pietre.